lunedì 26 settembre 2016

#Medjugorje, messaggio del 25 Settembre 2016: Oggi vi invito alla preghiera. La preghiera sia per voi vita.

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Messaggio della Regina della Pace a Marija 
Medjugorje, 25 Settembre 2016




"Cari figli!
Oggi vi invito alla preghiera. La preghiera sia per voi vita. Soltanto così il vostro cuore si riempirà di pace e di gioia. Dio vi sarà vicino e voi lo sentirete nel vostro cuore come un amico. Parlerete con Lui come con qualcuno che conoscete e, figlioli, sentirete il bisogno di testimoniare perché Gesù sarà nel vostro cuore e voi sarete uniti in Lui. Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata










Per approfondimenti e commenti al messaggio vi invito come sempre a visitare il sito di Radio Maria.

domenica 25 settembre 2016

Leggiamo il Vangelo: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti” Lc 16,19-31 (25 Settembre 2016)

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XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Anno C


Alleluia, alleluia.
 
Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.  (2 Cor 8,9)
 
Alleluia.
 

VANGELO
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

+Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
 
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
 
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
 
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
 
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Parola del Signore





Signore, tutto ciò che hai fatto ricadere su di noi
l’hai fatto con retto giudizio;
abbiamo peccato contro di te,
non abbiamo dato ascolto ai tuoi precetti;
ma ora glorifica il tuo nome e opera con noi
secondo la grandezza della tua misericordia.
(Dn 3,31.29.30.43.42)


PRIMA LETTURA
Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

Dal libro del profeta Amos
Am 6,1a.4-7

Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE
Dal Sal 145

R. Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
 
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
 
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.

SECONDA LETTURA
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1 Tm 6,11-16

Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
 
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.

Parola di Dio

sabato 24 settembre 2016

#Medjugorje, apparizione straordinaria a Ivan (2 settembre): "Pregate per i pastori, affinché guidino la Chiesa, il gregge."

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Apparizione straordinaria a Ivan del 2 settembre 2016
Podbrdo alle ore 22:00

Carissimi, ecco le parole di Ivan sull’apparizione da lui avuta stasera, venerdì 2 settembre 2016, sul Podbrdo alle ore 22:00:

«Anche oggi, come ogni giorno dopo l’incontro con la Madonna, vorrei avvicinare e descrivere un po’ anche a voi le cose più importanti di questo incontro.

Anche oggi la Madonna è venuta a noi gioiosa e felice e, all’inizio, ci ha salutato tutti col suo materno saluto:

“Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.

Poi ha pregato per un periodo di tempo qui su tutti noi con le mani distese. In seguito ha pregato in particolare su voi malati presenti. Poi la Madonna ha detto:

“Cari figli, oggi in modo particolare desidero invitarvi in questo tempo a pregare per i sacerdoti, per le vocazioni nella Chiesa. Pregate, cari figli, pregate! Pregate per i pastori, affinché guidino la Chiesa, il gregge. Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata”.

Poi la Madonna si è trattenuta ancora a pregare in particolare per i sacerdoti e per le vocazioni. In seguito ci ha benedetto tutti con la sua benedizione materna, ed ha benedetto tutto quello che avete portato perché venisse benedetto.

Ho raccomandato tutti voi, le vostre necessità, le vostre intenzioni, le vostre famiglie e tutto ciò che portate nei vostri cuori.

Di certo, però, la Madonna conosce meglio di chiunque altro i nostri cuori, i nostri desideri e le nostre necessità.

Poi la Madonna ha continuato a pregare su tutti noi presenti qui e in questa preghiera se n’è andata, nel segno della luce e della croce, col saluto:

“Andate in pace, cari figli miei!”»


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giovedì 22 settembre 2016

#Medjugorje, messaggio straordinario a Ivan (26 agosto):"In questo tempo pregate di più, pregate insieme a me e per le mie intenzioni."

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Messaggio straordinario a Ivan
 26 agosto 2016
Podbrdo

Carissimi,  ecco quanto Ivan ha riferito circa l'apparizione da lui avuta stasera, venerdì 26 agosto 2016, sul Podbrdo alle ore 22:

Anche stasera, come dopo  ogni incontro con la Madonna, vorrei descrivere e avvicinare anche a voi ciò che è più importante dell'incontro di stasera.  Anche oggi la Madonna è venuta a noi gioiosa e felice e, all'inizio, ci ha salutato tutti con il Suo materno saluto:

"Sia lodato Gesù, cari figli miei!"

Poi ha steso le mani e ha pregato in particolare su noi qui presenti,  ha pregato particolarmente su di voi malati presenti. Poi la Madonna ha detto:

"Cari figli, anche oggi desidero invitarvi in modo particolare a vivere i miei messaggi.
Cari figli, non  parlate dei miei messaggi, ma vivete i miei messaggi!
Siate anche voi il mio segno vivo, il segno della mia presenza qui, e irradiate gli altri con la vostra presenza.

Seguitemi, cari figli! Vivete i miei messaggi!
Non temete, io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio.
Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata ".

Poi la Madonna ci ha benedetto tutti con la sua benedizione materna,  e ha benedetto tutto quello che avete portato perchè venisse benedetto.  Poi io ho raccomandato tutti voi,  le vostre necessità,  le vostre intenzioni,  le vostre famiglie e in modo particolare i malati.
Poi per un periodo di tempo la Madonna ha continuato a pregare qui su tutti noi,  ed in questa preghiera se ne è andata nel segno della luce e della croce,  col saluto:  

"Andate in pace, cari figli miei".

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martedì 20 settembre 2016

#Medjugorje, apparizione straordinaria a Ivan (12 agosto): "Oggi prego insieme con voi per la famiglia."

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Apparizione straordinaria del 12 agosto 2016 a Ivan 
alla Croce Blu alle ore 22:00

Carissimi, ecco ciò che Ivan ha riferito circa l’apparizione da lui avuta stasera, venerdì 12 agosto 2016, alla croce blu alle ore 22:00:

«Anche stasera la Madonna è venuta a noi gioiosa e felice e, all’inizio, come sempre ci ha salutati tutti col suo materno saluto:

“Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.

Poi per un periodo di tempo ha pregato con le mani distese qui su tutti noi. In seguito ha pregato in particolare qui su tutti voi malati presenti.

Poi ha detto:

“Cari figli, anche oggi vi invito alla perseveranza nella preghiera. Pregate, cari figli, in particolare per la perseveranza nella preghiera famigliare. Oggi prego insieme con voi per la famiglia. Desidero, cari figli, la santità nella famiglia, affinché ci siano più famiglie sante, che preghino e vivano le parole di mio Figlio e i messaggi che vi do. Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata”.

Poi la Madonna ci ha benedetti tutti con la sua benedizione materna, e ha benedetto tutto quello che avete portato perché venisse benedetto.
Ho raccomandato tutti voi, le vostre necessità, le vostre intenzioni, le vostra famiglie.
In particolare ho raccomandato voi malati e sacerdoti presenti.
Poi la Madonna ha continuato a pregare qui su tutti noi e in questa preghiera se n’è andata, nel segno della luce e della croce, col saluto:

“Andate in pace, cari figli miei!”»





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domenica 18 settembre 2016

#Medjugorje, apparizione straordinaria a Ivan (16 settembre):"Vi invito: no, non accettate ciò che il mondo vi offre e vi dà."

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Apparizione straordinaria a Ivan 
16 settembre 2016 
(Podbrdo)

Carissimi, ecco le parole di Ivan circa l’apparizione da lui avuta stasera, venerdì 16 settembre 2016, sul Podbrdo alle ore 21:00:

«Anche stasera la Madonna è venuta a noi gioiosa e felice e, all’inizio, ci ha salutato tutti col suo materno saluto:

“Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.

Poi ha pregato qui su tutti noi presenti con le mani distese, ha pregato in modo particolare su voi malati presenti.

Poi la Madonna ha detto:

“Cari figli, anche oggi vi invito: no, non accettate ciò che il mondo vi offre e vi dà. Decidetevi per Gesù! In lui è la vostra pace e la gioia. Decidetevi e apritevi a lui, affinché egli vi guidi. In particolare, cari figli, apritevi allo Spirito Santo. Prego, cari figli, per tutti voi, affinché vi apriate di più. Prego per tutti voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio. Grazie, cari figli, per avere anche oggi risposto alla mia chiamata”.

Poi la Madonna ci ha benedetto tutti con la sua benedizione materna, e ha benedetto tutto quello che avete portato perché venisse benedetto.

In seguito ho raccomandato tutti voi, le vostre necessità, le vostre intenzioni, le vostre famiglie.

Poi la Madonna ha continuato a pregare su tutti noi, e in questa preghiera se n’è andata nel segno della luce e della Croce, col saluto:

“Andate in pace, cari figli miei!”».




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Leggiamo il Vangelo: Nessun servitore può servire due padroni...non potete servire Dio e a mammona (la ricchezza). Lc 16,1-13 (18 Settembre 2016)

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XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Anno C


Alleluia, alleluia.

Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.  
(2Cor 8,9)

Alleluia.

VANGELO
Non potete servire Dio e la ricchezza.

+Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,1-13

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:

«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.

L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.

Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.

Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Parola del Signore




«Io sono la salvezza del popolo»,
dice il Signore,
«in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò,
e sarò il loro Signore per sempre». 


PRIMA LETTURA
Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.

Dal libro del profeta Amos
Am 8,4-7

Il Signore mi disse:

«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».

Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 112 (113)

R. Benedetto il Signore che rialza il povero.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.

Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo. R.

SECONDA LETTURA
Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1Tm 2,1-8

Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.

Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.

Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.

Parola di Dio

domenica 11 settembre 2016

Leggiamo il Vangelo: La parabola del Figliol Prodigo. Così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte. Lc 15,1-32 (11 Settembre 2016)

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XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Anno C

Alleluia, alleluia.

Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.  Cfr 2Cor 5,19

Alleluia.

VANGELO
Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.
+Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15,1-32

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».

Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore







Da’, o Signore, la pace a coloro che sperano in te;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede;
ascolta la preghiera dei tuoi fedeli
e del tuo popolo, Israele.
Cfr Sir 36,15-16

..

PRIMA LETTURA
Il Signore si penti del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Dal libro dell'Esòdo
Es 32,7-11.13-14

In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».

Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».

Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”».

Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 50 (51)

R. Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.

SECONDA LETTURA
Cristo è venuto per salvare i peccatori.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1 Tm 1,12-17

Figlio mio, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.

Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.

Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Parola di Dio


lunedì 5 settembre 2016

Santa Madre Teresa. Il suo discorso al Nobel per la pace.

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Santa Madre Teresa. 
Il suo discorso al Nobel per la pace


Madre Teresa di Calcutta sarà santa. È stato riconosciuto il secondo miracolo che riguarda un giovane brasiliano guarito in maniera inspiegabile da una patologia mortale del cervello. Qui di seguito riproponiamo il testo completo del suo discorso tenuto a Oslo, l’11 dicembre 1979, al conferimento del Nobel per la Pace.
 
Poiché ci troviamo qui riuniti insieme penso che sarebbe bello per ringraziare Dio per il Premio Nobel per la Pace che pregassimo con una preghiera di San Francesco d’Assisi che mi sorprende sempre molto. Noi diciamo questa preghiera ogni giorno dopo la Santa Comunione, perché è molto adatta a ciascuno di noi, e penso sempre che quattro, cinquecento anni fa quando San Francesco d’Assisi compose questa preghiera dovevano avere le stesse difficoltà che abbiamo oggi, visto che compose una preghiera così adatta anche a noi. Penso che alcuni di voi ce l’abbiano già, dunque pregheremo insieme.
 
Ringraziamo Dio per l’opportunità che abbiamo tutti insieme oggi, per questo dono di pace che ci ricorda che siamo stati creati per vivere quella pace, e Gesù si fece uomo per portare questa buona notizia ai poveri. Egli essendo Dio è diventato uomo in tutto eccetto che nel peccato, e ha proclamato molto chiaramente di essere venuto per portare questa buona notizia. La notizia era pace a tutti gli uomini di buona volontà e questo è qualcosa che tutti vogliamo, la pace del cuore, e Dio ha amato il mondo tanto da dare suo Figlio – è stato un dono – è come dire che a Dio ha fatto male dare, perché ha amato tanto il mondo da dare suo Figlio, e lo dette alla Vergine Maria, e Lei allora che cosa fece? Appena arrivò nella sua vita, fu subito ansiosa di darne la buona notizia, e appena entrò nella casa di sua cugina, il bambino – il bambino non ancora nato – il bambino nel grembo di Elisabetta, sussultò di gioia. Era un piccolo bambino non ancora nato, fu il primo messaggero di pace. Riconobbe il Principe della Pace, riconobbe che Cristo era venuto a portare una buona notizia per me e per te. E se non fosse abbastanza – se non fosse abbastanza diventare uomo – Egli morì sulla Croce per mostrare quell’amore più grande, e morì per voi e per me e per quel lebbroso e per quell’uomo che muore di fame e per quella persona nuda nelle strade non solo di Calcutta ma dell’Africa, e New York, e Londra, e Oslo – e insistette che ci amassimo gli uni gli altri come Lui ci ha amato.
 
Lo abbiamo letto molto chiaramente nel Vangelo: “Amatevi come io vi ho amato, come io vi amo, come il Padre ha amato me così io amo voi”, e tanto più forte il Padre lo ha amato, tanto da donarcelo, e quanto ci amiamo noi, noi pure dobbiamo donarci gli uni agli altri finché non fa male. Non è abbastanza per noi dire: “Amo Dio, ma non amo il mio prossimo”. San Giovanni dice che sei un bugiardo se dici di amare Dio e non il prossimo. Come puoi amare Dio che non vedi se non ami il prossimo che vedi, che tocchi, con cui vivi? Così è molto importante per noi capire che l’amore, per essere vero, deve fare male. Ha fatto male a Gesù amarci, gli ha fatto male. E per essere sicuro che ricordassimo il suo grande amore si fece pane della vita per soddisfare la nostra fame del suo amore. La nostra fame di Dio, perché siamo stati creati per questo amore. Siamo stati creati a sua immagine. Siamo stati creati per amare ed essere amati, ed Egli si è fatto uomo per permettere a noi di amare come Lui ci ha amato. Egli è l’affamato, il nudo, il senza casa, l’ammalato, il carcerato, l’uomo solo, l’uomo rifiutato e dice: “L’avete fatto a me”. Affamato del nostro amore, e questa è la fame dei nostri poveri. Questa è la fame che voi e io dobbiamo trovare, potrebbe stare nella nostra stessa casa.
 
Non dimentico mai l’opportunità che ebbi di visitare una casa dove tenevano tutti questi anziani genitori di figli e figlie che li avevano semplicemente messi in un istituto e forse dimenticati. Sono andata là, ho visto che in quella casa avevano tutto, cose bellissime, ma tutti guardavano verso la porta. E non ne ho visto uno con il sorriso in faccia. Mi sono rivolta alla Sorella e le ho domandato: come mai? Com’è che persone che hanno tutto qui, perché guardano tutti verso la porta, perché non sorridono? Sono così abituata a vedere il sorriso nella nostra gente, anche i morenti sorridono, e lei disse: questo accade quasi tutti i giorni, aspettano, sperano che un figlio o una figlia venga a trovarli. Sono feriti perché sono dimenticati – e vedete, è qui che viene l’amore.
 
Come la povertà arriva proprio a casa nostra, dove trascuriamo di amarci. Forse nella nostra famiglia abbiamo qualcuno che si sente solo, che si sente malato, che è preoccupato, e questi sono giorni difficili per tutti. Ci siamo, ci siamo per accoglierli, c’è la madre ad accogliere il figlio? Sono stata sorpresa di vedere in occidente tanti ragazzi e ragazze darsi alle droghe, e ho cercato di capire perché, perché succede questo, e la risposta è: perché non hanno nessuno nella loro famiglia che li accolga. Padre e madre sono così occupati da non averne il tempo. I genitori giovani sono in qualche ufficio e il figlio va in strada e rimane coinvolto in qualcosa. Stiamo parlando di pace.
 
Queste sono cose che distruggono la pace, ma io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa. E leggiamo nelle Scritture, perché Dio lo dice molto chiaramente: “Anche se una madre dimenticasse il suo bambino, io non ti dimenticherò. Ti ho inciso sul palmo della mano”. Siamo incisi nel palmo della sua mano, così vicini a Lui che un bambino non nato è stato inciso nel palmo della mano di Dio. E quello che mi colpisce di più è l’inizio di questa frase, che “Persino se una madre potesse dimenticare, qualcosa di impossibile, ma perfino se si potesse dimenticare, io non ti dimenticherò”. E oggi il più grande mezzo, il più grande distruttore della pace è l’aborto. E noi che stiamo qui, i nostri genitori ci hanno voluti.
 
Non saremmo qui se i nostri genitori non lo avessero fatto. I nostri bambini li vogliamo, li amiamo, ma che cosa è di milioni di loro? Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla. Per questo faccio appello in India, faccio appello ovunque. Restituiteci i bambini, quest’anno è l’anno dei bambini. Che abbiamo fatto per i bambini? All’inizio dell’anno ho detto, ovunque abbia parlato ho detto: Quest’anno facciamo che ogni singolo bambino, nato o non nato, sia desiderato”. E oggi è la fine dell’anno, abbiamo reso ogni bambino desiderato?
 
 Vi darò qualcosa di impressionante. Stiamo combattendo l’aborto con le adozioni, abbiamo salvato migliaia di vite, abbiamo inviato messaggi a tutte le cliniche, gli ospedali, le stazioni di polizia: Per favore non distruggete i bambini, li prenderemo noi”. Così ad ogni ora del giorno e della notte c’è sempre qualcuno, abbiamo parecchie ragazze madri. Dite loro di venire: “Noi ci prenderemo cura di voi, prenderemo il vostro bambino, e troveremo una casa per il bambino”. E abbiamo un’enorme domanda da parte di famiglie senza bambini, per noi questa è una grazia di Dio.
 
Stiamo anche facendo un’altra cosa molto bella. Stiamo insegnando ai nostri mendicanti, ai nostri lebbrosi, agli abitanti degli slum, alla nostra gente sulla strada, i metodi naturali di pianificazione familiare. E solo in Calcutta in sei anni, nella sola Calcutta, abbiamo avuto 61.273 bambini in meno da famiglie che li avrebbero avuti, ma perché praticano questo metodo naturale di astinenza, di auto-controllo, con amore reciproco. Insegniamo loro il metodo della temperatura che è molto bello, molto semplice, e la nostra povera gente capisce. E sapete che cosa mi hanno detto? “La nostra famiglia è sana, la nostra famiglia è unita, e possiamo avere un bambino ogni volta che vogliamo”. Così chiaro, quelle persone nelle strade, quei mendicanti, e io penso che se la nostra gente può farlo tanto più potete voi e tutti gli altri che potete conoscere i metodi e i mezzi senza distruggere la vita che Dio ha creato in noi.
 
I poveri sono grandi persone. Possono insegnarci molte cose belle. L’altro giorno uno di loro è venuto a ringraziare e ha detto: “Voi che avete fatto voto di castità siete le persone migliori per insegnarci la pianificazione familiare”. Perché non è altro che auto-controllo per amore reciproco. E penso che abbiano detto una frase molto bella. E queste sono persone che magari non hanno niente da mangiare, magari non hanno dove vivere, ma sono grandi persone. I poveri sono persone meravigliose.
 
Una sera siamo uscite e abbiamo raccolto quattro persone per la strada. Una di loro era in condizioni terribili e ho detto alle Sorelle: “Prendetevi cura degli altri tre, io mi occupo di questa che sembrava stare peggio”. Ho fatto per lei tutto quello che il mio amore poteva fare. L’ho messa a letto, e c’era un tale meraviglioso sorriso sulla sua faccia. Ha preso la mia mano e ha detto solo una parola: “Grazie”, ed è morta. Non ho potuto non esaminare la mia coscienza di fronte a lei, e mi sono chiesta cosa avrei detto al suo posto. E la mia risposta è stata molto semplice. Avrei provato ad attirare un po’ di attenzione su di me, avrei detto che ho fame, che sto morendo, che ho freddo, dolore, o altro, ma lei mi ha dato molto di più. Mi ha dato il suo amore riconoscente. Ed è morta con il sorriso sul volto.
 
Come quell’uomo che abbiamo raccolto dal canale, mezzo mangiato dai vermi, e l’abbiamo portato a casa. “Ho vissuto come un animale per strada, ma sto per morire come un Angelo, amato e curato”. Ed è stato così meraviglioso vedere la grandezza di quell’uomo che poteva parlare così, poteva morire senza accusare nessuno, senza maledire nessuno, senza fare paragoni. Come un Angelo. Questa è la grandezza della nostra gente. Ed è per questo che noi crediamo che Gesù disse: “Ero affamato, ero nudo, ero senza casa, ero rifiutato, non amato, non curato, e l’avete fatto a me”.
 
Credo che noi non siamo veri operatori sociali. Forse svolgiamo un lavoro sociale agli occhi della gente, ma in realtà siamo contemplative nel cuore del mondo. Perché tocchiamo il Corpo di Cristo ventiquattro ore al giorno. Abbiamo ventiquattro ore di questa presenza, e così voi e io. Anche voi provate a portare questa presenza di Dio nella vostra famiglia, perché la famiglia che prega insieme sta insieme. E io penso che noi nella nostra famiglia non abbiamo bisogno di bombe e armi, di distruggere per portare pace. Semplicemente stiamo insieme, amiamoci reciprocamente, portiamo quella pace, quella gioia, quella forza della presenza di ciascuno in casa. E potremo superare tutto il male che c’è nel mondo.
 
C’è tanta sofferenza, tanto odio, tanta miseria, e noi con la nostra preghiera, con il nostro sacrificio iniziamo da casa. L’amore comincia a casa, e non è quanto facciamo, ma quanto amore mettiamo in quello che facciamo. Sta a Dio Onnipotente. Quanto facciamo non ha importanza, perché Lui è infinito, ma quanto amore mettiamo in quello che facciamo. Quanto facciamo a Lui nella persona che stiamo servendo. Qualche tempo fa a Calcutta avemmo grande difficoltà ad ottenere dello zucchero, e non so come i bambini lo seppero, e un bambino di quattro anni, un bambino Hindu, andò a casa e disse ai suoi genitori: “Non mangerò zucchero per tre giorni, darò il mio zucchero a Madre Teresa per i suoi bambini”. Dopo tre giorni suo padre e sua madre lo portarono alla nostra casa. Non li avevo mai incontrati prima, e questo piccolo riusciva a malapena pronunciare il mio nome, me sapeva esattamente che cosa era venuto a fare. Sapeva che voleva condividere il suo amore. E questo è perché ho ricevuto tanto amore da voi tutti.
 
Dal momento che sono arrivata qui sono stata semplicemente circondata da amore, da vero amore comprensivo. Si percepiva come se ciascuno in India, ciascuno in Africa fosse qualcuno molto speciale per voi. E mi sono sentita proprio a casa dicevo alla Sorella oggi. Mi sento in Convento con le Sorelle come se fossi a Calcutta con le mie Sorelle. Così completamente a casa qui, proprio qui. E così sono qui a parlarvi. Voglio che voi troviate il povero qui, innanzitutto proprio a casa vostra. E cominciate ad amare qui. Siate questa buona notizia per la vostra gente. E informatevi sul vostro vicino di casa. Sapete chi sono?
 
Ho avuto un’esperienza veramente straordinaria con una famiglia Hindu che aveva otto bambini. Un signore venne alla nostra casa e disse: “Madre Teresa, c’è una famiglia con otto bambini, non mangiano da tanto tempo. Faccia qualcosa”. Così ho preso del riso e sono andata immediatamente. E ho visto i bambini, i loro occhi luccicanti per la fame. Non so se abbiate mai visto la fame. Ma io l’ho vista molto spesso. E lei prese il riso, lo divise, e uscì. Quando fu tornata le chiesi: “Dove sei andata, che hai fatto?” Lei mi dette una risposta molto semplice: “Anche loro hanno fame”. Quel che mi colpì di più fu che lei sapeva chi sono loro, una famiglia musulmana. Lei lo sapeva. Non portai più del riso quella sera perché volevo che godessero la gioia della condivisione. Ma c’erano quei bambini, che irradiavano gioia, condividendo la gioia con la loro madre perché lei aveva amore da dare. E vedete è qui che comincia l’amore: a casa…
 
Sono molto grata per quello che ho ricevuto. È stata un’esperienza enorme e torno in India, tornerò la prossima settimana, il 15 spero, e potrò portare il vostro amore. E so bene che non avete dato del vostro superfluo, ma avete dato fino a farvi male. Oggi i piccoli bambini hanno, ero così sorpresa, c’è così tanta gioia per i bambini che hanno fame. Che i bambini come loro avranno bisogno di amore e cura e tenerezza, come ne hanno tanto dai loro genitori. Così ringraziamo Dio che abbiamo avuto questa opportunità di conoscerci, e questa conoscenza reciproca ci ha portati così vicini. E potremo aiutare non solo i bambini indiani e africani ma potremo aiutare i bambini del mondo intero, perché come sapete le nostre Sorelle stanno in tutto il mondo.
 
E con questo premio che ho ricevuto come premio di pace, proverò a fare una casa per molti che non hanno una casa. Perché credo che l’amore cominci a casa, e se possiamo creare una casa per i poveri, penso che sempre più amore si diffonderà. E potremo mediante questo amore comprensivo portare pace, essere la buona notizia per i poveri. I poveri della nostra famiglia per primi, nel nostro paese e nel mondo. Per poter fare questo, le nostre Sorelle, le nostre vite devono essere intessute di preghiera. Devono essere intessute di Cristo per poter capire, essere capaci di condividere. Perché oggi c’è così tanto dolore. Sento che la Passione di Cristo viene rivissuta ovunque di nuovo. Siamo noi là a condividere questa Passione, a condividere questo dolore della gente. In tutto il mondo, non solo nei paesi poveri, ma ho trovato la povertà dell’occidente tanto più difficile da eliminare.
 
Quando prendo una persona dalla strada, affamata, le do un piatto di riso, un pezzo di pane, l’ho soddisfatta. Ho rimosso quella fame. Ma una persona che è zittita, che si sente indesiderata, non amata, spaventata, la persona che è stata gettata fuori dalla società, quella povertà è così dolorosa e diffusa, e la trovo molto difficile. Le nostre Sorelle stanno lavorando per questo tipo di persone nell’occidente.
 
Allora dovete pregare per noi affinché siamo capaci di essere questa buona notizia, ma non possiamo farlo senza di voi, lo dovete fare qui nel vostro paese. Dovete arrivare a conoscere i poveri, magari la gente qui ha beni materiali, tutto, ma penso che se noi tutti cerchiamo nelle nostre case, quanto troviamo difficile a volte sia sorriderci reciprocamente, e che il sorriso è l’inizio dell’amore. E così incontriamoci sempre con un sorriso, perché il sorriso è l’inizio dell’amore, e quando cominciamo ad amarci è naturale voler fare qualcosa. Così pregate per le nostre Sorelle e per me e per i nostri Fratelli, e per i nostri Collaboratori che sono sparsi nel mondo. Essi possono rimanere fedeli al dono di Dio, amarlo e servirlo nei poveri insieme con voi. Quello che abbiamo fatto non avremmo potuto farlo se voi non lo aveste condiviso con le vostre preghiere, i vostri doni, questo continuo dare.
 
Ma non voglio che mi diate del vostro superfluo, voglio che mi diate finché vi fa male. L’altro giorno ho ricevuto 15 dollari da un uomo che è stato sdraiato per venti anni, e l’unica parte che poteva muovere è la mano destra. E l’unica cosa di cui gode è fumare. E mi ha detto: non fumo per una settimana, e ti mando questi soldi. Deve essere stato un sacrificio terribile per lui, ma guardate quanto è bello, come ha condiviso, e con quei soldi ho comprato del pane e l’ho dato a quelli che sono affamati con gioia da tutte e due le parti, lui stava dando e i poveri stavano ricevendo. Questo è un dono di Dio per noi poter condividere il nostro amore con gli altri. E fate come se fosse per Gesù. Amiamoci gli uni gli altri come Egli ci ha amato. Amiamo Lui con amore indiviso. E la gioia di amare Lui e amarci gli uni gli altri, diamo ora, che Natale è così vicino. Conserviamo la gioia di amare Gesù nei nostri cuori. E condividiamo questa gioia con tutti quelli con cui veniamo in contatto. E questa gioia radiosa è vera, perché non abbiamo motivo di non essere felici perché non abbiamo Cristo con noi. Cristo nei nostri cuori, Cristo nel povero che incontriamo, Cristo nel sorriso che diamo e nel sorriso che riceviamo.
Facciamone un impegno: che nessun bambino sia indesiderato, e anche che ci accogliamo con un sorriso, specialmente quando è difficile sorridere. Non dimentico mai qualche tempo fa circa quattordici professori vennero dagli Stati Uniti da diverse università. E vennero a Calcutta nella nostra casa. Stavano parlando e dicevano di essere stati alla casa per i morenti. Abbiamo una casa per i morenti a Calcutta, dove abbiamo raccolto più di 36.000 persone solo dalle strade di Calcutta, e di questo grande numero più di 18.000 hanno avuto una bella morte. Sono semplicemente andati a casa da Dio; e sono venuti nella nostra casa e abbiamo parlato di amore, di compassione, e poi uno di loro mi ha chiesto: “Madre, per favore ci dica qualcosa che possiamo ricordare”. E ho detto loro: “Sorridetevi gli uni gli altri, dedicatevi del tempo nelle vostre famiglie. Sorridetevi”. E un altro mi ha chiesto: “Sei sposata?”, e ho detto: “Sì”, e trovo a volte molto difficile sorridere a Gesù perché può essere molto esigente a volte. Questo è qualcosa di vero, ed è là che viene l’amore, quando è esigente, e tuttavia possiamo darlo a Lui con gioia.
 
Come ho detto oggi, ho detto che se non vado in Cielo per qualcos’altro andrò in Cielo per tutta la pubblicità, perché mi ha purificata e sacrificata e resa veramente pronta ad andare in Cielo. Penso che questo sia qualcosa, che dobbiamo vivere la nostra vita in modo bello. Abbiamo Gesù con noi e Lui ci ama. Se potessimo solo ricordarci che Gesù mi ama, e ho l’opportunità di amare gli altri come Lui ama me, non nelle grandi cose, ma nelle piccole cose con grande amore, allora la Norvegia diventerebbe un nido d’amore. E quanto bello sarà che da qui sia stato dato un centro per la pace. Che da qui esca la gioia per la vita dei bambini non nati. Se diventate una luce bruciante nel mondo della pace, allora veramente il Nobel per la pace è un dono per il popolo norvegese. Dio vi benedica!

Madre Teresa è Santa "Beatam Teresiam de Calcutta Sanctam esse decernimus et definimus ac Sanctorum Catalogo adscribimus..."

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Madre Teresa è Santa. 

Il Papa: ha amato tutti, dai non nati agli scartati

Madre Teresa, la “santa dei bassifondi di Calcutta”, oggi è Santa per tutta la Chiesa cattolica. Papa Francesco ne ha presieduto il rito di canonizzazione in una gremitissima Piazza San Pietro, davanti a circa 120 mila persone, arrivate da tutto il mondo, soprattutto dall’Albania, terra madre della giovane Agnes, e dall’India, terra di vita e sepoltura, 19 anni fa, di Santa Madre Teresa. Con Francesco hanno concelebrato 70 cardinali, 400 vescovi e oltre 1700 sacerdoti. Tantissimi anche i volontari, che oggi concludono il Giubileo a loro dedicato. Intensa l'omelia del Papa.

"Beatam Teresiam de Calcutta Sanctam esse decernimus et definimus ac Sanctorum Catalogo adscribimus...".

Grande l'applauso quando Papa Francesco proclama Santa una "generosa dispensatrice della misericordia divina”: è questo che è stata Teresa di Calcutta, colei che da Madre dei poveri, non ha mai mancato di rendersi disponibile a tutti “attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonata e scartata”. Francesco proclama Santa colei che ha donato la sua vita a tutti quegli ultimi che nel nostro mondo sono sempre di più:

“Si è impegnata in difesa della vita proclamando incessantemente che 'chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero'. Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini - dinanzi ai crimini! - della povertà creata da loro stessi. La misericordia è stata per lei il 'sale' che dava sapore a ogni sua opera, e la “luce” che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere, per piangere la loro povertà e sofferenza”.

La missione di Madre Teresa ha attraversato le periferie delle città e quelle esistenziali, e oggi – dice Francesco – continua ad essere “testimonianza eloquente della vicinanza di Dio ai più poveri tra i poveri”:

“Oggi consegno questa emblematica figura di donna e di consacrata a tutto il mondo del volontariato: lei sia il vostro modello di santità! Penso che, forse, avremo un po’ di difficoltà nel chiamarla Santa Teresa: la sua santità è tanto vicina a noi, tanto tenera e feconda che spontaneamente continueremo a dirle: “Madre Teresa”… Questa instancabile operatrice di misericordia ci aiuti a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione”.

Il Papa cita la santa, quando diceva: «Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere», per poi chiedere che si porti “nel cuore il suo sorriso” per donarlo a coloro che incontriamo durante la nostra vita, “specialmente a quanti soffrono”. Perché è così che “apriremo orizzonti di gioia e di “speranza a tanta umanità sfiduciata e bisognosa di comprensione e di tenerezza”.

L’appello di Francesco ai fedeli, nella giornata dedicata alla santa della misericordia, è di “tradurre in concreto ciò che invochiamo nella preghiera e professiamo nella fede”. "Non esiste alternativa alla carità", dice, “quanti si pongono al servizio dei fratelli, benché non lo sappiano, sono coloro che amano Dio”:

“La vita cristiana, tuttavia, non è un semplice aiuto che viene fornito nel momento del bisogno. Se fosse così sarebbe certo un bel sentimento di umana solidarietà che suscita un beneficio immediato, ma sarebbe sterile perché senza radici. L’impegno che il Signore chiede, al contrario, è quello di una vocazione alla carità con la quale ogni discepolo di Cristo mette al suo servizio la propria vita, per crescere ogni giorno nell’amore”.

Il compito degli uomini è di “percepire la chiamata di Dio e poi accogliere la sua volontà”. Ma, per accoglierla senza esitazione occorre chiedersi quale sia la volontà di Dio nelle nostre vite e capire cosa piace a Lui:

“A Dio è gradita ogni opera di misericordia, perché nel fratello che aiutiamo riconosciamo il volto di Dio che nessuno può vedere (cfr Gv 1,18). E ogni volta che ci chiniamo sulle necessità dei fratelli, noi abbiamo dato da mangiare e da bere a Gesù; abbiamo vestito, sostenuto, e visitato il Figlio di Dio (cfr Mt 25,40). Insomma, abbiamo toccato la Carne di Cristo”.

Francesco si rivolge al mondo del volontariato presente in massa in Piazza San Pietro per il loro Giubileo e a questa folla, “che rende visibile” l’amore di Dio “per ogni persona”, ripete le parole dell’apostolo Paolo: «La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, poiché il cuore dei credenti è stato confortato per opera tua»:

"Quanti cuori i volontari confortano! Quante mani sostengono; quante lacrime asciugano; quanto amore è riversato nel servizio nascosto, umile e disinteressato! Questo lodevole servizio dà voce alla fede - dà voce alla fede! - ed esprime la misericordia del Padre che si fa vicino a quanti sono nel bisogno".

Chi serve gli ultimi e i bisognosi per amore di Gesù non si aspetta né ringraziamenti né gratifiche, ma vi rinuncia perché ha “scoperto il vero amore”:

"Come il Signore mi è venuto incontro e si è chinato su di me nel momento del bisogno, così anch’io vado incontro a Lui e mi chino su quanti hanno perso la fede o vivono come se Dio non esistesse, sui giovani senza valori e ideali, sulle famiglie in crisi, sugli ammalati e i carcerati, sui profughi e immigrati, sui deboli e indifesi nel corpo e nello spirito, sui minori abbandonati a sé stessi, così come sugli anziani lasciati soli”.

Dovunque ci sia una mano tesa che chiede aiuto per rimettersi in piedi – è la richiesta di Francesco – lì  deve esserci la nostra presenza e la presenza della Chiesa che sostiene e dona speranza, facendolo "con la viva memoria della mano tesa del Signore su di me quando ero a terra".

(Da Radio Vaticana)

domenica 4 settembre 2016

Leggiamo il Vangelo: "Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo." Lc 14,25-33 (4 Settembre 2016)

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XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C)


Alleluia, alleluia.

Fa' risplendere il tuo volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi decreti.
Sal 118,135

Alleluia.

VANGELO
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

+Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:

«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.

Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.

Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore






Tu sei giusto, Signore,
e sono retti i tuoi giudizi:
agisci con il tuo servo secondo il tuo amore. 
Sal 118,137.124


PRIMA LETTURA
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?

Dal libro della Sapienza
Sap 9,13-18

Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?

I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.

A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?

Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?

Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 89 (90)

R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca. R.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R.

SECONDA LETTURA
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.

Dalla lettera a Filèmone
Fm 9b-10.12-17

Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.

Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario.

Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.

Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.

Parola di Dio


sabato 3 settembre 2016

#Medjugorje, messaggio del 2 Settembre 2016: "Nulla è casuale...sono tutte grazie che mio Figlio vi dona e che vi conducono alla vita eterna."

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Il messaggio mensile dato alla veggente Mirjana “in particolare per coloro che non hanno ancora conosciuto l’amore di Dio”

Messaggio di Medjugorje a Mirjana 
2 Settembre 2016


«Cari figli
secondo la volontà di mio Figlio ed il mio materno amore vengo a voi, miei figli, ed in particolare per coloro che ancora non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio. Vengo a voi che pensate a me, che mi invocate. A voi do il mio materno amore e porto la benedizione di mio Figlio. Avete cuori puri e aperti? Vedete i doni, i segni della mia presenza e del mio amore? Figli miei, nella vostra vita terrena ispiratevi al mio esempio. La mia vita è stata dolore, silenzio ed un’immensa fede e fiducia nel Padre Celeste. Nulla è casuale: né il dolore, né la gioia, né la sofferenza, né l’amore. Sono tutte grazie che mio Figlio vi dona e che vi conducono alla vita eterna. Mio Figlio vi chiede l’amore e la preghiera in lui. Amare e pregare in lui vuol dire — come Madre voglio insegnarvelo — pregare nel silenzio della propria anima, e non soltanto recitare con le labbra. Lo è anche il più piccolo bel gesto compiuto nel nome di mio Figlio; lo è la pazienza, la misericordia, l’accettazione del dolore ed il sacrificio fatto per gli altri. Figli miei, mio Figlio vi guarda. Pregate per vedere anche voi il suo volto, ed affinché esso possa esservi rivelato. Figli miei, io vi rivelo l’unica ed autentica verità. Pregate per comprenderla e poter diffondere amore e speranza, per poter essere apostoli del mio amore. Il mio Cuore materno ama in modo particolare i pastori. Pregate per le loro mani benedette.
Vi ringrazio!».





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