giovedì 11 ottobre 2012

I Dieci Comandamenti

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Incontriamo oggi nel nostro viaggio i Dieci Comandamenti, affronteremo questo tema grazie alle parole degli ultimi due Pontefici ed al Catechismo della Chiesa Cattolica.

Nell'udienza generale dell'1 marzo 2000, Papa Giovanni Paolo II riguardo ai Dieci Comandamenti ha ricordato le parole del Deuteronomio: Ascolta Israele ...Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli” (6,4-7). “I Dieci Comandamenti schiudono davanti a noi l'unico futuro autenticamente umano e questo perché non sono l'arbitraria imposizione di un Dio tirannico. Jahvè li ha scritti nella pietra, ma li ha incisi soprattutto in ogni cuore umano quale universale legge morale valida ed attuale in ogni luogo ed in ogni tempo”.

E ancora il Santo Padre Giovanni Paolo II (nell'omelia della Messa celebrata ad Amman, in Giordania, il 21 marzo 2000, nell'ambito del pellegrinaggio giubilare in Terra Santa) ha definito i Dieci Comandamenti “la divina pedagogia dell'amore, poiché indicano l'unico cammino sicuro per il compimento del nostro anelito più profondo: l'insopprimibile ricerca dello spirito umano del bene, della verità e dell' armonìa “. Mentre nella santa Messa celebrata per i giovani sul Monte delle Beatitudini, il 24 marzo 2000, ha ricordato che la Legge e le Beatitudini insieme tracciano il cammino della sequela di Cristo e il sentiero regale verso la maturità e la libertà spirituali”, aggiungendo che i Dieci Comandamenti possono sembrare negativi, ma non lo sono, perché andando oltre il male che nominano, indicano il cammino verso la legge d'amore che è il primo e il più grande dei Comandamenti: 'Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente ... Amerai il prossimo tuo come te stesso' (Mt 22, 37-39). Gesù stesso afferma di non essere venuto per abolire la Legge, ma per darle compimento (cfr. Mt 5,17). Il suo messaggio è nuovo ma non distrugge ciò che già esiste”. 

Ancora, durante la Messa celebrata il 26 marzo 2000, nella chiesa del Santo Sepolcro, il Papa ha affermato che attraverso il Decalogo e la legge morale inscrìtta nel cuore umano (cfr. Rm 2,15), Dio sfida radicalmente la libertà di ogni uomo e di ogni donna. Rispondere alla voce di Dio che risuona nel profondo della nostra coscienza e scegliere il bene è l'uso più sublime della libertà umana”.


Papa Benedetto XVI nel suo libro "Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio. In colloquio con Peter Seewald" scritto quando ancora era cardinale scrive: "
I Dieci Comandamenti sono considerati dalla Chiesa espressione della premura di Dio per l

'uomo, devono indicarci la via per vivere meglio". 




I Dieci Comandamenti
Sintesi per la catechesi

Ascolta Israele! Io sono il Signore Dio tuo:
1. Non avrai altro Dio all’infuori di me.
2. Non nominare il nome di Dio invano.
3. Ricordati di santificare le feste.
4. Onora il padre e la madre.
5. Non uccidere.
6. Non commettere atti impuri.
7. Non rubare.
8. Non dire falsa testimonianza.
9. Non desiderare la donna d’altri.
10. Non desiderare la roba d’altri.

La Chiesa (numero 2064 del Catechismo della Chiesa Cattolica) fedele alla Scrittura e in conformità all'esempio di Gesù, ha riconosciuto al Decalogo un'importanza e un significato fondamentali. Lo insegna, lo propone a tutti, invita tutti alla conversione. E facendolo, invita anche se stessa, i suoi appartenenti, a convertirsi. In Gesù vi sono due aspetti che convivono: la totale intransigenza nei confronti del peccato, la più grande misericordia per i peccatori. 


La veggente di Medjugorje Vicka ci ricorda che: "Una persona che si comporta contro Dio, che non prega, che non segue i comandamenti di Dio, ecco, quella persona ha già scelto il proprio inferno. Tutto dipende dalla nostra libera scelta. Una persona che vuole andare all'inferno va, per le altre c'è sempre la possibilità di salvarsi".

Infatti anche Padre Gabriele Amorth alla domanda: Qual è il modo per difendersi dal maligno? Risponde senza esitazioni: "Ritornare ai dieci Comandamenti, alle leggi di Dio. Vedere che le leggi di Dio non sono proibitive, ma leggi di salvezza. Ritornare ad amarci, ritornare alla concordia, ritornare all’onestà. Oggi la società è basata proprio sull’ingiustizia: bisogna ritornare a Dio".

Vediamo ora di affrontare i Dieci Comandamenti con l'aiuto del Catechismo della Chiesa Cattolica (Parte terza "LA VITA IN CRISTO" - Sezione seconda "I DIECI COMANDAMENTI"):

«Maestro che cosa devo fare...?»

 Al punto 2052 ci ricorda le parole di Gesù in risposta alla domanda: « Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? ». Al giovane che gli rivolge questa domanda, Gesù risponde innanzi tutto richiamando la necessità di riconoscere Dio come « il solo Buono », come il Bene per eccellenza e come la sorgente di ogni bene. Poi Gesù gli dice: « Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti ». Ed elenca al suo interlocutore i comandamenti che riguardano l'amore del prossimo: « Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre ». Infine Gesù riassume questi comandamenti in una formulazione positiva: « Ama il prossimo tuo come te stesso » (Mt 19,16-19).

Al punto seguente (2053) a questa prima risposta se ne aggiunge subito una seconda: « Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi » (Mt 19,21). Essa non annulla la prima. La sequela di Gesù implica l'osservanza dei comandamenti. La Legge non è abolita, ma l'uomo è invitato a ritrovarla nella persona del suo Maestro, che ne è il compimento perfetto. Nei tre Vangeli sinottici, l'appello di Gesù, rivolto al giovane ricco, a seguirlo nell'obbedienza del discepolo e nell'osservanza dei comandamenti, è accostato all'esortazione alla povertà e alla castità. I consigli evangelici sono indissociabili dai comandamenti.

Al punto (2055) troviamo la domanda posta a Gesù: « Qual è il più grande comandamento della Legge? » (Mt 22,36), Gesù risponde: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti » (Mt 22,37-40). Il Decalogo deve essere interpretato alla luce di questo duplice ed unico comandamento della carità, pienezza della Legge:
« Il precetto: Non commettere adulterio, Non uccidere, Non rubare, Non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore » (Rm 13,9-10).

Il Decalogo nella Sacra Scrittura

Al numero 2056 troviamo: La parola « Decalogo » significa alla lettera « dieci parole » (Es 34,28; Dt 4,13; 10,4). Queste « dieci parole » Dio le ha rivelate al suo popolo sulla santa montagna. Le ha scritte con il « suo dito », a differenza degli altri precetti scritti da Mosè. Esse sono parole di Dio per eccellenza. Ci sono trasmesse nel libro dell'Esodo e in quello del Deuteronomio. Fin dall'Antico Testamento i Libri Santi fanno riferimento alle « dieci parole ». Ma è nella Nuova Alleanza in Gesù Cristo che sarà rivelato il loro pieno senso. Il Decalogo è un cammino di vita (2057) « Ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi » (Dt 30,16). Al numero 2058 si ribadisce: Le « dieci parole » riassumono e proclamano la Legge di Dio: « Queste parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nube e dall'oscurità, con voce poderosa, e non aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede » (Dt 5,22). Perciò queste due tavole sono chiamate « la Testimonianza » (Es 25,16). Esse contengono infatti le clausole dell'Alleanza conclusa tra Dio e il suo popolo. Queste « tavole della Testimonianza » (Es 31,18; Es 32,15; Es 34,29) devono essere collocate nell'« arca » (Es 25,16; 40,1-3).


Il Decalogo nella Tradizione della Chiesa


Veniamo ora al Decalogo nella Tradizione della Chiesa. Al numero 2067 si afferma: I dieci comandamenti enunciano le esigenze dell'amore di Dio e del prossimo. I primi tre si riferiscono principalmente all'amore di Dio e gli altri sette all'amore del prossimo.

« Come sono due i comandamenti dell'amore, nei quali si compendia tutta la Legge e i Profeti – lo diceva il Signore [...] –, così gli stessi dieci comandamenti furono dati in due tavole. Si dice infatti che tre fossero scritti su una tavola e sette su un'altra ». (Sant'Agostino, Sermo 33)

Al numero 2068 si ricorda Il Concilio di Trento, esso insegna che i dieci comandamenti obbligano i cristiani e che l'uomo giustificato è ancora tenuto ad osservarli. Il Concilio Vaticano II afferma: « I Vescovi, quali successori degli Apostoli, ricevono dal Signore [...] la missione di insegnare a tutte le genti e di predicare il Vangelo ad ogni creatura, affinché tutti gli uomini, per mezzo della fede, del Battesimo e dell'osservanza dei comandamenti, ottengano la salvezza ».

L'obbligazione del Decalogo


Importante è la parte che ribadisce L'obbligazione del Decalogo:

2072 Poiché enunciano i doveri fondamentali dell'uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro contenuto essenziale, obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell'essere umano.

2073 L'obbedienza ai comandamenti implica anche obblighi la cui materia, in se stessa, è leggera. Così l'ingiuria a parole è vietata dal quinto comandamento, ma non potrebbe essere una colpa grave che in rapporto alle circostanze o all'intenzione di chi la proferisce.

«Senza di me non potete far nulla»

Il catechismo ci insegna che consigli evangelici sono indissociabili dai comandamenti. (2074) Gesù dice: « Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla » (Gv 15,5). Il frutto indicato in questa parola è la santità di una vita fecondata dall'unione con Cristo. Quando crediamo in Gesù Cristo, comunichiamo ai suoi misteri e osserviamo i suoi comandamenti, il Salvatore stesso viene ad amare in noi il Padre suo ed i suoi fratelli, Padre nostro e nostri fratelli. La sua persona diventa, grazie allo Spirito, la regola vivente ed interiore della nostra condotta. «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati »



I Dieci Comandamenti


1. IL PRIMO COMANDAMENTO
«Io sono il Signore, tuo Dio: non avrai altri dei di fronte a me»



2. IL SECONDO COMANDAMENTO
«Non pronunzierai invano il nome del Signore, tuo Dio»


3. IL TERZO COMANDAMENTO
«Ricordati del giorno di sabato per santificarlo»


4. IL QUARTO COMANDAMENTO
«Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio»


5. IL QUINTO COMANDAMENTO
«Non uccidere»


6. IL SESTO COMANDAMENTO
«Non commettere atti impuri»


7. IL SETTIMO COMANDAMENTO
«Non rubare»


8. L'OTTAVO COMANDAMENTO
«Non mentire» 
o «Non pronunziare falsa testimonianza»


9. IL NONO E IL DECIMO COMANDAMENTO
«Non desiderare la donna d'altri» 

10. IL DECIMO COMANDAMENTO
«Non desiderare la roba d'altri»








Fonti utilizzate:
http://www.santorosario.net/
http://medjugorje.altervista.org/
http://www.santantonioalberobello.it/

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