domenica 27 febbraio 2011

Marija Pavlovic Lunetti a Riva del Garda

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Marija Pavlovic Lunetti
Domenica speciale oggi a Riva del Garda, un pomeriggio di preghiera con la veggente di Medjugorije Marija Pavlovic (Lunetti perché sposata con un italiano, infatti vive a Monza in Lombardia). Gremita la sala conferenze attigua alla chiesa di San Giuseppe. Pullman e grande affluenza di autovetture da tutta la provincia. Dalle 15 in poi prima Adorazione Eucaristica e poi Santa Messa domenicale. Marija arriva alle 15.30 timidamente per non disturbare si inginocchia dietro al sacerdote. Grande è l'emozione per tutte le persone che affollano la sala, lunghe code presso sacerdoti per le confessioni e grandi cori sulle canzoni tipiche delle celebrazioni a Medjugorije. Dopo la Celebrazione eucaristica ed i sette Pater Ave Gloria, Marija saluta e ci invita alla preghiera in attesa dell'apparizione, incomincia il Santo Rosario recitando la prima decina e tutti i misteri. Finito il Rosario invita tutti ad inginocchiarsi ed a pregare assieme a lei, d'un tratto smette di parlare ed allora la nella sala cala un silenzio surreale, si prega Maria per le proprie richieste, chi vuole vedere, chi prega. Anche i bimbi che per tutto il pomeriggio scorrazzavano per la sala sembrano calmarsi. Non la vediamo ma sappiamo che è a pochi metri, lo sguardo della veggente fissa un punto sopra una statuetta della Gospa (così è chiamata Maria Santissima in Ersegovina) e tutti rivolgiamo lì lo sguardo. E' vicina, è qui per noi, vi ha guardati tutti dirà poi Marija, girando lo sguardo per tutta la sala (è circolare) e vi ha benedetti come il sacerdote alla fine della Santa Messa. Non ha lasciato messaggi, però Marija ci conforta dicendo che il più bel messaggio che potesse darci ce lo ha dato con la Sua presenza tra noi. Accenna ad un altro particolare, la Madonna ha sorriso di fronte ad un suo (di Marija) incespicamento con le parole nella foga di ricordare tutti coloro che le si erano raccomandati. E' bello quando sorride, tante volte è triste ma oggi ha sorriso dice una raggiante Marija che poi comincia raccontando alcuni aneddoti, il vestito (grigio con un velo bianco) i capelli (neri) e gli occhi (azzurri), i tre lampi che precedono la venuta di Maria che scende dall'alto verso il basso su di una nuvoletta (non ha mai una volta toccato terra). E poi alcuni miracoli straordinari avvenuti a Medjugorije, un bimbo gravemente malato che guarisce dopo una visione della Madonna che gli accarezza il capo e dice "Io ti guarirò", una signora in carrozzina che si alza (c'è spazio per una battuta quando racconta del marito che sviene dopo aver visto la moglie rialzarsi). Marija ci ricorda che dobbiamo avere un punto fisso nelle nostre vite, IL PARADISO, dobbiamo averlo sempre al centro della nostra vita. Così tutto diventa più semplice, pregare, digiunare, perdonare, tutto. E poi la PACE, la Madonna è venuta a Medjugorije come Regina della Pace,  e ci invita a pregare soprattutto in questo periodo proprio per la Pace nel Mondo (durante la guerra in Bosnia dove c'era un gruppo in preghiera la guarra non è arrivata, ha raccontato il famoso episodio della bomba sganciata sulla chiesa di San Giacomo a Medjugorije che non è esplosa). Una gioia palpabile nelle sue parole che hanno riscaldato la sala, tanto da far volare in un attimo il tempo. Una giornata da ricordare ma soprattutto da far fruttificare questa, non siamo soli, non lo siamo mai ci ha ricordato Marija, "anche se una madre dimenticasse il figlio io non vi dimentico mai". La sala si svuota tranquillamente dopo un'ultima Ave Maria assieme alla Veggente, fuori piove ed è notte ormai, ma ci avviamo alle macchine con un sole dentro che arde. Concludo con le stesse parole di Marija, Dio vi benedica.



Nota sulla veggente:
Marija Pavlovic è nata il 1 aprile 1965 a Bijakovici, parrocchia di Medjugorje. Continua tutt'ora ad avere apparizioni quotidiane. La vergine gli ha rivelato nove segreti. Grazie a lei, la vergine invia il suo mesaggio alla parrocchia e al mondo. Dal 1 marzo 1984 all'8 gennaio 1987 il messaggio era dato ogni giovedì, e dal 25 gennaio 1987, il 25 di ogni mese. Marija è sposata, ha quattro bambini e vive con la sua famiglia in Italia, e in alcuni periodi dell'anno torna a Medjugorje. L'intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine è per le anime del purgatorio.

sabato 26 febbraio 2011

Messaggio di Medjugorje 25 Febbraio 2011

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Messaggio di Medjugorje
25 Febbraio 2011


"Cari figli, la natura si risveglia e sugli alberi si vedono le prime gemme che porteranno un bellissimo fiore e frutto. Desidero che anche voi, figlioli, lavoriate sulla vostra conversione e che siate coloro che testimoniano con la propria vita, così che il vostro esempio sia il segno e l’esortazione alla conversione per gli altri. Io sono con voi e davanti a mio Figlio Gesù intercedo per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata." 




Come sempre per approfondimenti e commenti al messaggio vi invito a visitare il sito di Radio Maria.

venerdì 11 febbraio 2011

Madonna del Miracolo - Alfonso Ratisbonne

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La conversione di Alfonso Ratisbonne


Madonna del miracolo, che ricorda l'apparizione della Madonna della Medaglia miracolosa all'ebreo Alfonso Ratisbonne nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte a Roma.  La descrizione della sua radicale conversione è una guida anche per tutti noi. (tratto dalla newsletter settimanale di Padre Livio sul sito http://www.radiomaria.it/)

 Il pellegrino chi se trova a Roma, spostandosi nella zona tra Piazza di Spagna e Via del Tritone, si imbatterà nella Basilica di Sant'Andrea delle Fratte, nella via omonima. Forse penserà che si tratti di "una in più" tra le belle e storiche chiese della Città Eterna. Entrandoci, però, si accorgerà che si tratta di un Santuario dove è accaduto qualcosa di straordinario. Infatti, entrando dalla porta principale, vedrà subito alla sua sinistra un altare particolarmente illuminato, sull'arco del quale si leggono queste impressionanti parole: "Qui apparve la Madonna del Miracolo - 20 gennaio 1842". Sotto l'arco c'è un gran dipinto che raffigura la Madonna che sovrasta le nuvole e sparge dalle mani raggi luminosi.

A sinistra di chi guarda l'altare c'è una placca, con evidenti segni di non essere recente, scritta in francese che dice: "Il 20 gennaio 1842, Alphonse Ratisbonne da Strasburgo venne qui da ebreo ostinato. Questa Vergine gli apparve così come tu la vedi. Cadde ebreo e si alzò cristiano. - Forestiero, portati a casa il prezioso ricordo della misericordia di Dio e del potere della Vergine."
Più in basso, ecco un'altra placca, più recente con queste parole: "In questa cappella la Madonna apparve all'ebreo Alfonso Ratisbonne convertendolo a Cristo il 20-1-1842". Un po’ più giù si vede una colonna sulla quale poggia un'imponente busto di marmo raffigurante il privilegiato Ratisbonne, con la sua folta barba e uno sguardo che scruta l'infinito.
Facendo pendant dal lato destro si trova il busto di San Massimiliano Maria Kolbe presso il quale una placca registra un fatto: "In questa cappella dell'apparizione San Massimiliano M. Kolbe celebrò la sua prima Messa il 29-4-1918".
Ma, ricapitolando in breve i fatti, che cosa era accaduto in quei giorni?
 "Vidi sull'altare, in piedi, viva, grande, maestosa,
bellissima, misericordiosa, la Santissima Vergine Maria"

Giovedì 20 gennaio 1842 verso le 12.45, il giovane Alfonso Ratisbonne accompagna, per pura cortesia, l’amico Teodoro de Bussière nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte in Roma. Mentre l’amico è in colloquio con il Parroco, Alfonso visita curioso, con sguardo freddo ed indifferente la Chiesa, dove si stanno facendo i preparativi per il funerale del conte di Laferronnays. Passati non più di 10 minuti, rientrato in Chiesa, l’amico Teodoro trova Alfonso inginocchiato davanti alla cappella di S. Michele, profondamente assorto, quasi in estasi. «Ho dovuto toccarlo tre o quattro volte – scrive due giorni dopo al fratello di Alfonso – e poi finalmente volse verso di me la faccia bagnata di lacrime, con le mani giunte e con un’espressione impossibile a rendersi... Poi estrasse dal petto la Medaglia Miracolosa, la coprì di baci e di lacrime e proferì queste parole: “Ah! Come sono felice, quanto è buono Dio, che pienezza di grazia e di felicità!”».

Passata la commozione del momento, Alfonso viene accompagnato prima in albergo e poi nella Chiesa del Gesù, dal Padre Filippo Villefort che gli ordina di raccontare quanto ha visto e sperimentato. Alfonso, stringendo in mano la Medaglia Miracolosa, con commozione la bacia ed esclama: “L’ho vista, l’ho vista, l’ho vista!”. A stento poi, dominando la forte emozione, continua il suo racconto: «Stavo da poco in Chiesa, quando all’improvviso l’intero edificio è scomparso dai miei occhi, e non ho visto che una sola cappella sfolgorante di luce. In quello splendore è apparsa, in piedi, sull’altare, grande, fulgida, piena di maestà e di dolcezza, la Vergine Maria, così come è nella Medaglia Miracolosa. Una forza irresistibile mi ha spinto verso di Lei. La Vergine mi ha fatto segno con la mano di inginocchiarmi e sembrava volesse dirmi: “Così va bene!”. Lei non ha parlato, ma io ho compreso tutto!» (da www.donbosco-torino.it/)

Nella deposizione del Processo canonico del 18/19 Febbraio 1842, Alfonso completerà: «Alla presenza della SS. Vergine, quantunque non mi dicesse una parola, compresi l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della Religione Cattolica: in una parola capii tutto!».

Vediamo ciò che registra il piccolo ma sostanzioso opuscolo La Madonna del Miracolo (Postulazione Generale dei Minimi, Roma, 1980), che raccomandiamo vivamente ai nostri cari lettori (i sottotitoli sono nostri, tranne l'ultimo. I lettori desiderosi di approfondire questo straordinario evento potranno consultare le seguenti fonti: La conversione miracolosa alla fede cattolica di Al'[fonso] M'[aria] Ratisbonne, tratta dai processi autentici formati a Roma nel 1842, Roma, 1892; cf pure Conversion de M.M.A. Ratisbonne, racontée par lui-même, Le Mans 1842):

Il 20 gennaio 1842, sul mezzogiorno, miracolo nella parrocchia romana dei Minimi.

A Sant'Andrea delle Fratte, l'israelita ventisettenne Alfonso Ratisbonne, di Strasburgo, con un'apparizione dell'Immacolata com'è coniata nella Medaglia Miracolosa, istantaneamente illuminato dalla grazia si convertì al cattolicesimo.
Che cosa avvenne di preciso nell'ora della grazia, lo descrive lo stesso Ratisbonne in alcune lettere e nella deposizione giurata al Vicariato di Roma, per appurare la verità del fatto.
"Vidi come un velo davanti a me - depose il veggente al processo -. La chiesa mi sembrava tutta oscura, eccetto una cappella, quasi che tutta la luce della chiesa si fosse concentrata in quella. Alzai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce, e vidi sull'altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa, la Santissima Vergine Maria, simile nell'atto e nella forma, all'immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell'Immacolata. Mi fece cenno con la mano di inginocchiarmi. Una forza irresistibile mi spinse verso di Lei, che parve dicesse: Basta così. Non lo disse ma capii.
"A tal vista caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; cercai, quindi, varie volte di alzare gli occhi verso la Santissima Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li faceva abbassare, ciò che, però, non impediva l'evidenza di quell'apparizione.
"Fissai le di Lei mani, e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Alla presenza della Santissima Vergine, benché Ella non mi dicesse parola, compresi l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della Religione Cattolica, in una parola compresi tutto. (...)
 "Uscivo da una tomba, da un abisso di tenebre"...

"Provavo un cambiamento così totale che mi credevo un altro. Cercavo di ritrovarmi e non mi ritrovavo... La gioia più grande si sprigionava dal fondo della mia anima; non potetti parlare; non volli rivelar niente; sentivo in me qualche cosa di solenne e di sacro che mi fece chiedere un sacerdote... Vi fui condotto, e solo dopo averne avuto l'ordine positivo ne parlai come mi era possibile, in ginocchio e col cuore tremante. (...)
"Tutto quel che posso dire, è che al momento del prodigio, la benda cadde dai miei occhi; non una sola benda, ma una quantità di bende che mi avevano avvolto disparvero una dopo l'altra rapidamente, come la neve e il fango e il ghiaccio sotto l'azione di un sole cocente.
"Uscivo da una tomba, da un abisso di tenebre, ed ero vivo, perfettamente vivo... Ma piangevo! Vedevo nel fondo dell'abisso le miserie estreme dalle quali ero stato strappato da una misericordia infinita; rabbrividivo alla vista di tutte le mie iniquità, ed ero stupito, intenerito, sprofondato in ammirazione e riconoscenza. (...)
 ...Come "un cieco nato che vedesse la luce tutto d'un colpo"

"Ma si domanda come appresi queste verità, poiché è accertato che non ho mai aperto un libro di religione, non ho mai letto una pagina della Bibbia, e che il dogma del peccato originale, totalmente dimenticato o negato dagli Ebrei dei nostri giorni, non aveva mai occupato un istante il mio pensiero; dubito anche di averne sentito il nome. Come sono arrivato, dunque, a questa conoscenza? Non saprei dirlo. Questo io so: che entrando in chiesa ignoravo tutto; che uscendone vedevo chiaro. Non posso spiegare questo cambiamento che con l'immagine di un uomo il quale si risvegliasse da un sonno profondo, o con quella di un cieco nato che vedesse la luce tutto d'un colpo; vede, ma non può definire la luce che lo illumina e nella quale contempla gli oggetti della sua ammirazione. (...)
 "Le prevenzioni contro il cristianesimo non esistevano più"

"Qualunque cosa ne sia di questo linguaggio inesatto e incompleto, il fatto positivo è che io mi trovavo in qualche modo come un essere nuovo, come una tabula rasa... Il mondo non era più niente per me; le prevenzioni contro il cristianesimo non esistevano più; i pregiudizi della mia infanzia non avevano più la minima traccia; l'amore del mio Dio aveva talmente preso il posto di ogni altro amore, che la mia stessa fidanzata mi appariva sotto un altro aspetto. L'amavo come un oggetto che Dio tiene nelle sue mani, come un dono prezioso che fa amare ancora di più il donatore.
 "I superiori ecclesiastici mi fecero capire che il ridicolo, le ingiurie, i falsi giudizi,
facevano parte del calice di un vero cristiano"

"Ripeto che scongiuravo il mio confessore, il reverendo Padre Villefort, e il signor de Bussières, di mantenere un segreto inviolabile su ciò che mi era avvenuto. Volli seppellirmi al monastero dei Trappisti per occuparmi solo delle cose eterne; lo confesso, e pensavo anche, che nella mia famiglia mi avrebbero creduto folle, che mi avrebbero tacciato di ridicolo, e che così avrei preferito fuggire totalmente il mondo, le sue chiacchiere e i suoi giudizi.
"Però i superiori ecclesiastici mi fecero capire che il ridicolo, le ingiurie, i falsi giudizi, facevano parte del calice di un vero cristiano; mi invitarono a berlo dicendomi che Gesù Cristo aveva predetto ai suoi discepoli pene, tormenti e supplizi. Parole così gravi, lungi dallo scoraggiarmi, infiammarono la mia letizia interiore; mi sentivo pronto a tutto, e chiesi con insistenza il battesimo. Vollero ritardarlo. 'Ma come! Esclamai, gli Ebrei che ascoltarono la predicazione degli Apostoli furono battezzati immediatamente, e voi volete rimandarmelo, dopo aver io ascoltato la Regina degli Apostoli?' I miei sentimenti, i miei acuti desideri e le mie suppliche toccarono gli uomini pietosi che mi avevano accolto, e mi fecero la promessa, per sempre felice, del battesimo!".
Il 31 gennaio, nella Chiesa del Gesù, Alfonso Ratisbonne fa la sua abiura pubblica tra le mani del Cardinale Patrizi e riceve il Battesimo, prendendo anche il nome Maria. Diventerà Gesuita, Sacerdote e lavorerà con il fratello P. Teodoro, anche lui convertito, fondatore della Congregazione di Nostra Signora di Sion in Gerusalemme.

venerdì 4 febbraio 2011

Messaggio a Mirjana 2 Febbraio 2011

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Messaggio a Mirjana
2 Febbraio 2011

"Cari figli, vi radunate intorno a me, cercate la vostra strada, cercate, cercate la verità, ma dimenticate la cosa più importante: dimenticate di pregare correttamente. Le vostre labbra pronunciano parole senza numero, ma il vostro spirito non prova nulla. Vagando nelle tenebre, immaginate anche Dio stesso secondo il vostro modo di pensare e non quale è veramente nel Suo Amore. Cari figli, la vera preghiera proviene dalla profondità del vostro cuore, dalla vostra sofferenza, dalla vostra gioia, dalla vostra richiesta di perdono dei peccati. Questa è la via per la conoscenza del vero Dio e con ciò stesso anche di se stessi, perché siete creati a Sua immagine. La preghiera vi condurrà al compimento del mio desiderio,della mia missione qui con voi, l’unità nella famiglia di Dio. Vi ringrazio".

Ecco il commento al messaggio di Padre Livio Fanzaga dal sito di Radio Maria che vi invito a visitare per approfondimenti e notizie utili.

Cari amici,
nel messaggio a Mirjana la Madonna ci richiama alla vera preghiera, che è quella del cuore.
In primo luogo ci mette in guardia dalla preghiera fatta solo con le labbra, che non lascia tracce nella nostra vita spirituale.
Poi ci esorta a liberaci dalla false concezioni di Dio, che sono costruzioni della nostra mente immersa nelle tenebre.
Ci invita a sentire col cuore le parole che pronunciamo con le labbra, in modo tale che la preghiera ci trasformi interiormente.
Ci invita a far salire la preghiera dalla situazioni della nostra vita quotidiana: la sofferenza, la gioia, il perdono dei peccati.
Aprendo al cuore alla preghiera conosciamo il vero volto di Dio, che è quella dell'amore.
Nel medesimo tempo conosciamo meglio noi stessi, che, nonostante la nostra fragilità, siamo figli creati a sua immagine.
Pregando col cuore formiamo la famiglia dei figli di Dio e compiamo il desiderio di Maria e la sua missione qui con noi.
Vostro Padre Livio

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